martedì 23 ottobre 2018

INSIDE OUT

Inside Out  il film d’animazione targato Disney-Pixar vincitore dell’Oscar nel 2015, è molto più di una favola composta da bizzarri personaggi colorati che popolano la testolina della giovane protagonista Riley. Realizzato in collaborazione con psicologi e altri esperti della funzione ed espressione delle emozioni, la pellicola per la regia di Pete Docter e Ronnie del Carmen è un essenziale insegnamento su quanto sia l’integrazione fra ogni emozione – positiva e  negativa – a garantire agli esseri umani quella gamma di espressioni necessaria al loro equilibrio e benessere psico-fisico.
L’originalissima trama di Inside Out vede protagonista una ragazzina di 11 anni, alle prese con le difficoltà di un trasferimento a San Francisco, dovuto al lavoro del papà. Come tutti i bambini, inizialmente Riley accoglie con entusiasmo la novità, immaginando e idealizzando ogni possibile lato positivo della nuova città e della casa in cui andrà ad abitare ma ben presto, complici numerose difficoltà pratiche, la bambina piomba in uno stato di profonda nostalgia di casa che la porta a decidere di fuggire per cercare di tornare da sola nel suo rassicurante paesino del Minnesota, là dove ha lasciato i suoi ricordi più belli.
Ma cosa succede nel frattempo nel cervello di Riley? Inside Out presenta i simpatici “inquilini” della sua mente, le cinque emozioni primarie responsabili della gamma di reazioni espresse da tutti gli esseri umani: Gioia, Disgusto, Paura, Rabbia e Tristezza sono dei simpatici personaggi antropomorfi che – ognuno con la sua funzione – garantiscono, attraverso una tecnologica centrale di controllo, che Riley reagisca in modo opportuno ad ogni evento che incontra: il Disgusto, ad esempio, serve a far sì che la bambina possa riconoscere ciò che non va mangiato, pena un avvelenamento, la Paura la mette in guardia dai pericoli, la Rabbia le permette di far valere i suoi diritti e di difendersi dagli attacchi.
Ma che dire di Gioia e Tristezza?  L’una l’antitesi dell’altra, tali emozioni sono in costante competizione nel cervello di Riley, con Gioia convinta che la sua antagonista rappresenti solo un ostacolo all’esercizio della sua funzione, considerata la più importante di tutte: in effetti, non viviamo forse per essere felici?  La realtà, tuttavia, è più complicata, e Riley, guidata dalle proprie emozioni ribelli, imparerà che nessuna di loro è superflua ma che ognuna contribuisce in egual misura al suo benessere, anche la tanto temuta Tristezza.
Esseri puramente relazionali, gli umani acquisiscono e valorizzano le proprie esperienze attraverso i ricordi, alcuni dei quali (nel film chiamati ricordi  base) sono così importanti da forgiare la nostra stessa identità. Per Riley, i ricordi  base sono fortunatamente quasi tutti legati a momenti felici (ma sappiamo che non può essere sempre così), il giorno in cui ha imparato a pattinare sul ghiaccio, un particolare momento in cui mamma e papà, consolandola, le hanno fatto percepire il loro amore, semplici momenti di condivisione che hanno lasciato il segno per la loro intensità.
I ricordi base sono strettamente collegati, come accennato, alle isole della personalità, che incarnano i valori e i contenuti più importanti per un individuo: nel caso di Riley abbiamo l’ isola dell’hockey, l’isola dell’amicizia, l’isola delle stupidaggini (fatta di divertenti buffonate che tanto la fanno ridere), l’isola dell’onestà e l’isola della famiglia, gli elementi che rendono  piena e felice la vita di Riley e che ne caratterizzano l’unicità come essere umano. Come facilmente intuibile, tali isole funzionano al massimo del loro potenziale quando i rapporti interpersonali che ne regolano il funzionamento sono equilibrati, mentre rischiano di disgregarsi quando le cose cominciano ad andare male e Riley non sa più cosa fare per essere di nuovo felice…

Inside Out – la Tristezza come strada indispensabile verso la Gioia – la Gioia è uno stato interiore

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